Formazione, prevenzione, trattamento per affrontare le dipendenze: la nuova Academy di IEuD raccontata da Federico Seghi Recli

In Italia, le dipendenze rappresentano una sfida sanitaria e sociale in continua evoluzione. Ne parliamo con Federico Seghi Recli, socio fondatore dell’Istituto Europeo delle Dipendenze (IEuD), realtà con sede a Milano che da anni rappresenta un punto di riferimento nel trattamento dei disturbi da uso di sostanze e delle dipendenze comportamentali
Dottor Seghi Recli, partiamo dai dati: quanto è diffuso oggi il problema delle dipendenze in Italia?
Il fenomeno delle dipendenze da sostanza e comportamentali in Italia rappresenta una questione di salute pubblica significativa per ampie fasce della popolazione, con impatti rilevanti di carattere sociosanitario. Solo per l’alcol, sostanza legale per cui esistono più dati disponibili, l’Istituto Superiore di Sanità stima oltre 5 milioni di consumatori a rischio di cui circa 800.000 presentano un qualche danno d’organo e necessitano di cure specifiche. Ma il numero delle persone coinvolte potrebbe essere anche più alto se consideriamo le dipendenze da farmaci quali le benzodiazepine, il cui uso cronico è estremamente diffuso, o quelle comportamentali, ovvero non strettamente legate al consumo di sostanze fra cui la dipendenza affettiva, da gioco patologico o da pornografia.
Di cosa si occupa IEuD e quali sono i profili delle persone che si rivolgono all’istituto?
Nato nel 2016, lEuD “Istituto Europeo delle Dipendenze” (www.ieud.it), è un centro specializzato nel trattamento delle dipendenze patologiche con sede a Milano. Si rivolge a persone interessate a curarsi in un contesto altamente professionale, nella massima riservatezza, a costi accessibili e senza doversi allontanare dal proprio ambiente di vita.
Le persone si rivolgono a noi generalmente dopo un periodo di dipendenza piuttosto lungo, spesso consigliati da familiari o da altri professionisti della salute. La perdita di controllo è una costante nella scelta di intraprendere un percorso di cura.
L’età media è compresa tra i 35 e i 45 anni. I casi più frequenti riguardano persone che hanno sviluppato una dipendenza da alcol, cocaina, cannabis o farmaci, ma vediamo anche molte forme di dipendenze comportamentali.
La nostra équipe multidisciplinare è composta da medici psichiatri, psicoterapeuti, educatori ed altri specialisti in grado di leggere la complessità del problema e proporre percorsi di cura adeguati al singolo caso specifico, potendo spaziare dai trattamenti farmacologici più completi, psicoterapia, digital health, ricoveri ove necessario, stimolazione magnetica transcranica (TMS) ed altri interventi mirati.
Quali sono i limiti delle risposte attuali offerte dal sistema sanitario?
Il Sistema Sanitario Nazionale svolge un ruolo cruciale nella gestione di molte forme di dipendenza patologica, fra cui sicuramente quella da oppiacei attraverso la rete dei Servizi per le Dipendenze. Tuttavia, la dimensione del problema non trova adeguato riscontro nell’offerta di cura disponibile e, secondo la nostra esperienza, manca una rete in grado di offrire continuità terapeutica a chi decide di intraprendere un percorso di cura con il rischio di dover affrontare da soli eventuali ricadute o nuove difficoltà, senza punti di riferimento chiari e qualificati.
IEuD ha da poco lanciato una nuova iniziativa: la sua Academy. Di cosa si tratta?
La IEuD Academy nasce per rispondere a una domanda crescente di formazione da parte di medici, operatori sanitari, scuole e istituzioni. L’obiettivo è fornire strumenti teorici e pratici per riconoscere precocemente i segnali di dipendenza e affrontarli in modo efficace. I nostri corsi combinano l’approfondimento specialistico con una visione complessiva della persona, che tiene conto degli aspetti psicologici, sociali e relazionali.
La formazione riguarda anche la medicina generale?
Assolutamente sì. Sempre più medici di base desiderano ricoprire un ruolo attivo nell’individuazione precoce dei casi e nell’invio dei pazienti verso percorsi di cura adeguati. L’Academy vuole essere un supporto anche per loro, offrendo contenuti aggiornati e facilmente applicabili nella loro pratica clinica quotidiana.
In sintesi, quale messaggio desidera trasmettere a chi si trova a dover affrontare una dipendenza, per sé o per una persona cara?
Che nessuno deve affrontare questo percorso da solo. La cura delle dipendenze è un processo complesso che richiede tempo, strumenti adeguati e medici preparati. Il nostro obiettivo, come IEuD, è favorire la diffusione di percorsi di cura e la formazione di personale qualificato per costruire, insieme ad altri operatori della salute, un sistema più capace di rispondere ai bisogni reali delle persone.