Intervista di Egli Haxhiraj: “Il mio obiettivo è supportare le imprese italiane nel loro percorso di espansione globale”

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Egli Haxhiraj, avvocato internazionale, molto noto nel panorama legale e particolarmente conosciuto per il suo impegno nel processo di internazionalizzazione delle imprese.

La profonda passione per il diritto e una visione imprenditoriale acuta, hanno sicuramente plasmato la sua carriera unendo ambizione personale e competenze professionali.

Fondatore del progetto “Fare Impresa“, si è distinto per la sua esperienza e le sue capacità nel campo del diritto, ponendosi come guida per le aziende italiane che hanno uno sguardo rivolto verso nuovi orizzonti.

Partiamo con la prima domanda: come ha inizio la sua storia? Quando ha deciso che la sua strada era quella di diventare un avvocato? Aveva questo desiderio fin da bambino o è una vocazione che è sopraggiunta successivamente? 

«La mia passione per il diritto si è manifestata sin da giovane età, alimentata da una curiosità e un forte senso di giustizia. Fin da bambino, ero affascinato dai film di avvocati come Perry Mason, ma è stata la letteratura a dare una svolta decisiva alla mia aspirazione. I romanzi di John Grisham, come ‘Il Socio’, ‘Il Cliente’ e ‘La Giuria’, hanno catturato la mia immaginazione, e hanno ispirato il mio percorso professionale.

A soli 15 anni, ero già sicuro di voler intraprendere la carriera legale. Inoltre, la figura di mio zio Enrik Haxhiraj, un importante Pubblico Ministero Albanese, ha giocato un ruolo cruciale. È stato lui, infatti, a incoraggiarmi a perseguire gli studi in giurisprudenza e a consigliarmi e farmi da mentore lungo il difficile ma appassionante percorso per diventare un Avvocato di successo».

Ci può parlare un po’ della storia di “Fare Impresa”, quali sono i pilastri principali sulla quale si poggia il progetto? Come mai ha scelto di avviare questo marchio e quali sono stati gli strumenti che gli hanno permesso di crescere e di diventare oggi un punto di riferimento nel campo dell’internazionalizzazione delle imprese?

«”Fare Impresa” è nato come un sogno durante i miei anni universitari presso l’Università degli Studi di Parma. Già allora, nutrivo l’ambizione di fondare il mio studio legale; un’ambizione che trovava espressione nelle copertine dei miei codici civili e commerciali, dove scrivevo sempre il nome “Fare Impresa”. Questo termine mi colpiva particolarmente per la sua immediatezza e impatto, riflettendo la mia mentalità imprenditoriale e il desiderio di creare un marchio facile da ricordare, ma forte nel comunicare un focus chiaro sugli affari.

“Il nome ‘Fare Impresa’ incarna i principi di affidabilità, velocità ed esclusività, che sono stati i pilastri portanti fin dalla nostra fondazione. Ci siamo sempre concentrati su servizi legali di alta qualità che facilitino l’espansione internazionale delle imprese italiane, offrendo un supporto specializzato e tempestivo in un contesto di mercato globale.

Il nostro motto, ‘Lavora solo con i migliori’, sottolinea il nostro impegno verso l’esclusività. Questo principio ci guida nella selezione dei clienti: collaboriamo esclusivamente con imprenditori d’élite e aziende di medio-grande dimensione che si distinguono per serietà e innovazione nel loro settore. Questo approccio selettivo ci permette di mantenere un alto standard di servizio e di dedicare una cura particolare a ciascun cliente, assicurando che ogni soluzione legale e fiscale sia su misura e all’avanguardia.

Inoltre, la nostra expertise si estende oltre i confini nazionali, offrendo consulenze che abbracciano le normative e le pratiche commerciali internazionali, il che rende ‘Fare Impresa’ non solo un punto di riferimento per il mercato italiano, ma anche un partner affidabile per le imprese che aspirano a operare con successo su scala globale. Grazie a questa visione e agli sforzi continui del nostro team, siamo riusciti a costruire una reputazione di eccellenza e affidabilità nel campo dell’assistenza legale per l’internazionalizzazione delle imprese».

Nel corso degli anni, strumenti come il continuo aggiornamento professionale, la collaborazione con esperti internazionali e una solida rete di contatti hanno permesso a “Fare Impresa” di crescere e di diventare un punto di riferimento essenziale per l’internazionalizzazione delle imprese italiane da Londra a Cipro, da Malta a Dubai e dalla Svizzera all’Albania.”

Ho costruito una rete globale di contatti, stabilendo collaborazioni con studi legali e consulenti internazionali e partecipando a reti professionali. Utilizzo tecnologie avanzate per la gestione dei progetti e per mantenere comunicazioni efficaci con clienti e partner in tutto il mondo. La padronanza di lingue chiave come inglese, spagnolo e francese, unita a una solida comprensione delle varie culture, migliora la mia capacità di negoziare e stabilire relazioni commerciali durature.

Rimango aggiornato sulle dinamiche economiche, politiche e sociali rilevanti e sviluppo competenze nella valutazione dei rischi legali e di business. Contribuisco anche alla comunità accademica con pubblicazioni su temi di internazionalizzazione, rafforzando la mia reputazione di esperto nel campo. Questi approcci mi permettono di offrire consulenze di alto valore ai miei clienti, supportandoli efficacemente nell’espansione internazionale delle loro attività.

Il suo progetto “Fare Impresa”, dimostra come lei sia uno degli avvocati più esperti nell’ambito del processo di internazionalizzazione aziendale. Secondo lei quali sono le principali sfide che le imprese italiane affrontano nel processo di internazionalizzazione e come aiutate a superare tali difficoltà?

«Nel mio ruolo di avvocato fiscalista, aiuto le imprese italiane ad affrontare le sfide dell’internazionalizzazione, che includono la complessità delle normative e delle tasse internazionali, le barriere culturali e linguistiche, la gestione del rischio e la conformità, e l’accesso ai mercati locali.

Offro consulenza legale e fiscale personalizzata per navigare queste complessità, collaborando con esperti locali per assicurare l’adeguamento alle leggi di ogni paese e fornendo formazione per superare le differenze culturali. Elaboro strategie di gestione dei rischi, come la protezione della proprietà intellettuale e la sicurezza dei dati, e assisto le imprese nell’ingresso in nuovi mercati con analisi e consulenza strategica.

Il mio obiettivo è supportare le imprese italiane nel loro percorso di espansione globale, offrendo le competenze necessarie per superare gli ostacoli e cogliere le opportunità internazionali».

Fare Impresa è un esempio di come si possa costruire un brand di successo a partire dalle proprie competenze e acume. Oltre alle strategie di marketing tradizionale per la promozione del marchio. Quanto sono state importanti le tecniche di marketing digitali? E quali di queste sfruttare maggiormente per veicolare al meglio la vostra identità e posizionamento online.

«Nell’era digitale, Fare Impresa ha adottato una serie di tecniche di marketing digitale per costruire e mantenere un brand di successo, passando dal marketing tradizionale a quello digitale per raggiungere un pubblico più vasto e diversificato.

Il social media marketing ha permesso di costruire relazioni con il pubblico, selezionando piattaforme adatte al target e coinvolgendo direttamente gli imprenditori. Questo approccio integrato al marketing digitale ha permesso a Fare Impresa di comunicare efficacemente la propria identità, posizionarsi come leader di mercato e costruire una solida relazione con il proprio pubblico.

Tuttavia, posso affermare che lo strumento principale del nostro marketing è assolutamente il passaparola dei nostri clienti. Col tempo, essi non diventano solo clienti, ma anche grandi fan miei e di ‘Fare Impresa’, contribuendo attivamente a diffondere nostra reputazione.

La fiducia e la soddisfazione dei nostri clienti si trasformano in raccomandazioni personali che si rivelano essere lo strumento di marketing più efficace. In questo modo, ‘Fare Impresa’ non solo comunica la propria identità e i propri valori attraverso il marketing digitale, ma li rafforza quotidianamente attraverso le esperienze positive dei clienti, dimostrando che il vero successo viene dalla capacità di creare e mantenere relazioni di valore».

Data la sua esperienza complessiva, come valuta il potenziale dell’Albania in quanto destinazione per gli investimenti delle imprese italiane e quali sono i principali vantaggi che offre in termini legali e fiscali?

«L’Albania si sta affermando come una destinazione di investimento estremamente attraente per le imprese italiane, sfruttando una serie di vantaggi competitivi unici. Grazie a una tassazione aziendale ridotta, con aliquote Flat Tax del 15% e incentivi fiscali particolarmente vantaggiosi, insieme all’esistenza di zone economiche speciali e un accordo di doppia imposizione con l’Italia, il paese offre condizioni fiscali estremamente favorevoli. Questo scenario è ideale per le aziende che cercano di ottimizzare l’efficienza fiscale e ridurre i costi operativi.

Inoltre, l’Albania vanta una forza lavoro giovane e dinamica, con un forte desiderio di lavorare e una burocrazia notevolmente snella, permettendo l’apertura di nuove società in soli 24 ore. Questa agilità burocratica è un enorme vantaggio per gli investitori che desiderano avviare rapidamente le operazioni senza intoppi.

L’ambiente culturale dell’Albania, profondamente italofilo, con una diffusa conoscenza della lingua italiana e una grande affinità per la cucina e le tradizioni italiane, crea un contesto accogliente per le imprese e i cittadini italiani che si trovano a casa qui. Questo, abbinato a un vivace boom immobiliare e turistico, rende l’Albania non solo un luogo ideale per investire, ma anche un’attraente destinazione per il turismo e la residenza a lungo termine.

Infine, la posizione geografica strategica posiziona il paese come una vera e propria porta d’accesso ai Balcani. Questo rende l’Albania il luogo ideale per stabilire una base logistica, da cui è possibile raggiungere e conquistare i mercati dei paesi circostanti, tutti situati a soltanto due ore di distanza. Questa vicinanza geografica, combinata con i numerosi vantaggi economici, eleva l’Albania a scelta privilegiata per le imprese italiane che mirano a espandersi e a consolidare la loro presenza nei mercati internazionali».

Qual è il ruolo della consulenza professionale nella pianificazione strategica legale e fiscale per le società che desiderano internazionalizzarsi in paesi come l’Albania, e quali sono gli errori più comuni che le imprese dovrebbero evitare?

«Tra gli errori più comuni commessi dagli imprenditori che si avventurano all’estero, il primo è senza dubbio partire senza un piano strategico ben definito o senza il supporto di un professionista adeguato. Spesso, nella speranza di ridurre i costi, alcuni scelgono di affidarsi a consulenti improvvisati o dilettanti.

Questa decisione, purtroppo, può rivelarsi molto costosa, poiché gli errori commessi per mancanza di competenza professionale possono avere conseguenze finanziarie significative. Investire in un altro paese richiede una comprensione approfondita del contesto locale, per cui è essenziale avere il supporto e l’assistenza di professionisti qualificati sul posto. Un altro errore frequente è non allocare un budget adeguato per l’iniziativa.

Inoltre, se si vuole conquistare un nuovo mercato, è fondamentale sviluppare una strategia di lungo termine. Senza una visione a lungo termine e una pianificazione strategica continua, è difficile stabilire una presenza duratura e avere un impatto significativo sul mercato target. Questo include non solo l’analisi approfondita del mercato, ma anche l’adattamento continuo alle sue dinamiche e l’investimento costante in marketing e sviluppo prodotto. Senza un investimento finanziario pianificato e appropriato, anche le migliori strategie possono fallire, compromettendo l’intero progetto di espansione».

Ha scritto anche un libro “SOLUZIONE ESTERO ®”, secondo lei quali sono i vantaggi per le aziende che scelgono di internazionalizzare la loro società in paesi emergenti?

«L’internazionalizzazione offre alle piccole imprese l’opportunità di competere su un piano di parità con i giganti del loro settore per poter generare una crescita significativa nel medio e lungo termine. Un altro aspetto cruciale è l’aumento della competitività: espandersi oltre i confini nazionali permette alle aziende di rafforzare le proprie capacità produttive, interagire e studiare direttamente i concorrenti internazionali, acquisendo così informazioni preziose. Un vantaggio fondamentale dell’internazionalizzazione è la maggiore resilienza alle crisi economiche. L’accesso a nuovi mercati porta alla diversificazione dei ricavi, migliorando così la capacità dell’impresa di sopravvivere e prosperare anche in periodi di recessione.

Dal punto di vista del branding, avere una presenza internazionale può significativamente rafforzare la fiducia dei consumatori nel marchio. Un’azienda che ha successo in più mercati trasmette un’immagine di decisione, coraggio, e forza, elementi che contribuiscono a consolidare la percezione del marchio.

Nel mio libro Soluzione Estero, analizzo la situazione del mercato italiano, che definisco come un ‘Mercato Oceano Rosso’, caratterizzato da un’elevata concorrenza. Un aspetto cruciale di questo scenario è il pesante carico fiscale che grava principalmente sulle PMI. Al contrario, molte grandi aziende italiane hanno trasferito le loro holding all’estero, beneficiando di strategie di pianificazione fiscale che minimizzano il loro onere fiscale in Italia.

Questa forma d’escapologia fiscale permette loro di evitare significative tasse italiane, lasciando le PMI a fronteggiare non solo un alto carico fiscale ma anche una crescente concorrenza internazionale. L’ingresso di aziende straniere nel mercato locale, intensificato dalla globalizzazione, e l’avvento dell’intelligenza artificiale hanno trasformato molti settori tradizionalmente dominati dalle PMI in ‘Oceani Rossi’, dove la sopravvivenza è sempre più difficile.

In questo contesto, penso che la soluzione migliore per le PMI italiane sia esplorare ‘Oceani Blu’ come l’Albania, dove la concorrenza è meno intensa e le opportunità di crescita sono maggiori. L’Albania offre un ambiente imprenditoriale più favorevole con minori barriere all’entrata e un sistema fiscale vantaggioso, che può permettere alle PMI italiane di respirare e prosperare come se fosse negli anni del boom economico degli anni 1960 in Italia».

Basandosi sulla sua esperienza, quali settori sono i più promettenti per gli imprenditori italiani che vogliono investire all’estero?

«Basandomi sull’esperienza e sull’osservazione delle tendenze globali, posso dire che ci sono diversi settori promettenti per gli imprenditori italiani che mirano all’internazionalizzazione. La scelta del settore giusto dipende da vari fattori, tra cui l’innovazione tecnologica, la domanda di mercato, la sostenibilità e la capacità di adattarsi alle normative locali.

Il settore della tecnologia e innovazione, inclusi l’intelligenza artificiale, blockchain, fintech e cybersecurity, offre notevoli opportunità per le startup innovative italiane a livello globale. Anche l’energia rinnovabile e la sostenibilità sono in crescita, beneficiando delle competenze italiane in ingegneria solare e eolica. I settori tradizionali come il lusso, la moda, l’alimentare e agroalimentare continuano a godere di un’eccellenza riconosciuta, con una forte domanda, specialmente nei mercati asiatici emergenti. Opportunità significative emergono anche nel turismo, ospitalità, salute e benessere, con un focus sull’invecchiamento della popolazione e stili di vita salutari.

Per penetrare questi mercati, è essenziale una strategia mirata, una pianificazione fiscale e legale attenta alle specificità locali. La nostra esperienza si è dimostrata particolarmente efficace nell’assistere la delocalizzazione di software house e aziende di servizi, grazie alla loro natura più “trasportabile” rispetto alle aziende produttive. Si evidenzia anche il notevole sviluppo in Albania, in particolare nel boom edilizio. L’espansione internazionale richiede preparazione, strategie adattive e consulenza esperta per superare sfide iniziali e massimizzare il successo».

Dato il suo riconoscimento anche come “L’Avvocato dei VIP” da parte di numerosi media, avverte mai la pressione delle aspettative elevate che derivano da questa reputazione che si è costruito con il suo eccellente lavoro? Se l’avverte come la supera? Ha delle abitudini che vorrebbe consigliare a chi vuole raggiungere un obiettivo ambizioso, come ha fatto lei?

«Per quanto riguarda la pressione, a dire il vero non la percepisco perché il mio lavoro è focalizzato esclusivamente sugli interessi dei miei clienti; questo è un principio fondamentale per me. Nel momento in cui i clienti entrano nel mio ufficio, per me sono tutti VIP e meritano la stessa attenzione, passione e dedizione.

La mia consulenza è centrata su di loro, con un impegno totale non solo per le loro esigenze professionali ma anche per quelle personali, sono particolarmente attento a mantenere vivo il loro entusiasmo e a fare dei suggerimenti anche di natura imprenditoriale data la mia vasta esperienza come investitore. Aprire una nuova società è un’esperienza significativa e delicata; un buon professionista deve saper dare consigli saggi e opportuni, ma senza mai oscurare la magia dei nuovi inizi.

È vero, il nostro studio legale assiste numerose celebrità come attori, presentatori, cantanti famosi e figure di spicco dello spettacolo. Molti di loro, col tempo, diventano grandi sostenitori del nostro lavoro. Per due anni di fila abbiamo collaborato con il Grande Fratello VIP in Albania, gestendo i contratti di tutti i concorrenti prima del loro ingresso nella casa e tutto l’aspetto legale di questo programma molto seguito.

Oltre a lavorare con le principali reti televisive albanesi, abbiamo il privilegio di assistere molti influencer e personaggi del mondo dello spettacolo italiano che scelgono l’Albania, e il nostro studio, per le loro attività imprenditoriali. Per questioni di privacy, non posso nominare specifici individui, ma posso confermare che sono numerosi e che con molti di loro abbiamo sviluppato anche rapporti di amicizia, e ci vediamo ogni volta che io visito l’Italia o quando loro hanno un evento qui».

Un’ultima domanda: ha qualche altro progetto sul quale sta lavorando in questo momento? Se sì c’è lo può accennare? O darci un piccolo anticipo?

«Certo, il nostro studio ha recentemente iniziato ad espandere le sue attività nel dinamico mercato degli Emirati Arabi Uniti. Grazie alla collaborazione con i nostri partner, siamo in contatto diretto con alcuni dei principali esponenti del governo emiratino e con le camere di commercio di Dubai, Abu Dhabi, Sharjah e Ras Al Khaimah. Questo ci permette di offrire ai nostri clienti un supporto prezioso e strategico per navigare con successo in questo mercato in rapida espansione.

Inoltre, siamo entusiasti di annunciare che abbiamo in cantiere due grandi progetti: uno nel settore fintech con un importante Fondo D’Investimento e l’altro nel settore edilizio con la primo grattacielo Albanese a Dubai. Sebbene i dettagli siano ancora riservati, posso anticipare che saranno iniziative di rilevante impatto, e prevediamo di fare un annuncio ufficiale a breve. Questi progetti non solo rafforzano la nostra presenza internazionale, ma dimostrano anche la nostra capacità di interagire con mercati complessi e altamente competitivi».

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