Remarketing

Le strategie di remarketing

Il remarketing è una strategia impiegata per riconquistare gli utenti che hanno mostrato interesse per i prodotti o i servizi senza completare l’acquisto, come chi visita il sito web senza comprare o abbandona il carrello prima del check-out.

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Grazie al remarketing dinamico, è possibile presentare agli utenti gli stessi prodotti o servizi che hanno visualizzato durante la loro navigazione e riprendere il processo di acquisto dal punto in cui è stato interrotto.

Differenza tra remarketing e retargeting

Anche se remarketing e retargeting vengono spesso usati come sinonimi, c’è una distinzione importante tra i due. Il remarketing si focalizza sull’uso delle campagne di email marketing per raggiungere gli utenti di cui si possiede già l’indirizzo email. Il retargeting, invece, utilizza la pubblicità display per mostrare annunci a persone che hanno già interagito con il brand (ad esempio visitato il sito web o aggiunto prodotti al carrello) mentre navigano su altri siti.

Per essere davvero efficace, una strategia di remarketing deve basarsi su un numero elevato di touchpoint. Il percorso del cliente non è mai lineare, perciò è essenziale raggiungerli attraverso vari canali con una campagna multi-touch per persuaderli a compiere l’azione desiderata.

Strategie di remarketing su Google

Le inserzioni su Google Ads sono un’ottima base per iniziare campagne di remarketing. Google consente di creare liste per il remarketing utilizzando il pixel di Google Analytics sul proprio sito web o i tag di Google Ads. Questi strumenti permettono di suddividere il pubblico a cui mostrare le inserzioni sulla rete di ricerca, rete display e rete discovery.

Se l’obiettivo è incrementare le vendite, le inserzioni di Google Shopping indirizzate agli utenti che hanno già visitato il sito possono aumentare il tasso di conversione fino a quattro volte rispetto agli utenti standard.

Google Shopping permette di creare campagne intelligenti, che mostrano i prodotti agli utenti che hanno già interagito con il marchio. Una strategia efficace in questo caso può essere offrire sconti speciali (10-20%) sui prodotti che i potenziali acquirenti hanno già visualizzato, incentivandoli così a completare l’acquisto.

Come fare remarketing con l’email

Secondo le statistiche di email marketing, il ritorno sull’investimento (ROI) per ogni dollaro speso in email marketing è di circa 36 dollari. Una delle strategie più efficaci è il recupero del carrello abbandonato, che ha un tasso di conversione medio del 33,89%. Questa tecnica prevede l’invio di un’email di remarketing agli utenti che hanno aggiunto articoli al carrello senza completare l’acquisto, invitandoli a finalizzare la transazione. A livello globale, circa il 70% dei carrelli vengono abbandonati, rendendo così una strategia email fondamentale per recuperare parte di queste vendite perse e ridurre il tasso di abbandono dei carrelli.

Nel fare email remarketing, il tempismo è fondamentale: una ricerca di SaleCycle indica che prima vengono inviate le email per il recupero dei carrelli, maggiore sarà l’efficacia. Entro un’ora, il tasso di conversione medio è del 6,33%, ma scende all’1,74% dopo 24 ore.

Per ottimizzare le strategie di recupero carrelli, si può puntare sul principio di scarsità e urgenza, offrendo sconti esclusivi o a tempo limitato per incoraggiare gli utenti a completare l’acquisto prima che sia troppo tardi. Inoltre, non si dovrebbe dimenticare di proporre articoli di fascia superiore o complementari attraverso l’upselling e il cross-selling per incentivare i clienti ad aggiungere ulteriori prodotti al carrello e aumentare il valore medio dell’ordine.

Consigli per fare remarketing

Indipendentemente dal canale che si sceglie per la campagna di retargeting, ecco alcuni suggerimenti e strategie da applicare per migliorarne l’efficacia.

Non trascurare il prospecting

Focalizzarsi sul pubblico sbagliato può compromettere tutti gli sforzi per riconquistare i clienti. È fondamentale assicurarsi che la strategia di prospecting, ovvero l’analisi dei potenziali clienti, permetta di segmentare il pubblico in base alla loro effettiva propensione all’azione. Ad esempio, se gli utenti stanno solo navigando nel sito senza compiere passaggi determinanti come l’aggiunta di articoli al carrello, una campagna di remarketing basata sul check-out potrebbe non risultare efficace.

Ottimizzare la landing page

Quando le persone cliccano su un annuncio, si aspettano di essere indirizzate alla pagina dell’offerta con tutte le informazioni necessarie. Per questo motivo, è fondamentale ottimizzare la landing page, ossia la pagina di “atterraggio”, per incentivare gli utenti a completare l’azione. Inserire informazioni irrilevanti o passaggi superflui può distogliere l’attenzione degli utenti, riducendo l’efficacia delle campagne di retargeting.

Monitorare il ROI

Le piattaforme di remarketing permettono di tracciare tutti i costi delle campagne. Le metriche principali da monitorare per valutare il ROI complessivo sono il costo per clic, il costo per acquisizione e il costo per conversione. Queste statistiche aiuteranno a comprendere l’efficacia della campagna e a fare eventuali aggiustamenti.

Limitare la durata nel tempo

Gli utenti sono consapevoli che le aziende monitorano i loro comportamenti online. Per ridurre la sensazione di essere “seguiti”, bisogna stabilire una durata limitata per le campagne di remarketing. Ad esempio, dopo 7 giorni, è improbabile che le persone decidano di completare un check-out abbandonato, quindi è meglio concentrare gli sforzi di marketing sugli utenti che hanno interagito più di recente.

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