Google e IA: marketing più veloce e creativo con gli strumenti presentati alla Next ’25
In un mercato sempre più frammentato e competitivo, dove la customer experience rappresenta il vero campo di battaglia tra i brand, l’innovazione sta diventando una condizione sempre più rilevante. E se c’è un’azienda che sta riscrivendo le regole dell’interazione tra tecnologia e marketing, quella è sicuramente Google Cloud.
Alla conferenza Next ’25 di Las Vegas, in corso dal 9 all’11 aprile, Google ha messo in scena il futuro della sua infrastruttura cloud, ma anche una visione concreta e tangibile di come l’intelligenza artificiale possa trasformare il modo in cui le aziende comunicano, creano e costruiscono relazioni con i clienti.
Il cuore della questione non è tanto la potenza computazionale – che pure è impressionante – quanto la capacità di queste tecnologie di inserirsi nei flussi creativi e decisionali del marketing, portando vantaggi che fino a ieri sembravano inaccessibili: riduzione dei tempi di produzione, personalizzazione estrema dei contenuti, e, soprattutto, semplificazione. Un termine che, nel caos attuale dei touchpoint e delle piattaforme, suona sempre più rivoluzionario.
Dati complessi, clienti volatili: il contesto che richiede un cambio di passo
Carrie Tharp, vicepresidente per le soluzioni e i settori globali di Google Cloud, ha spiegato con lucidità la pressione sotto cui si trovano oggi i marketer: percorsi di acquisto sempre più lunghi, utenti iper-informati e margini operativi che si assottigliano.
In media, ogni cliente attraversa dieci punti di contatto prima di arrivare a una decisione. E non sempre la decisione arriva: due utenti su tre tendono a rimandare o evitare l’acquisto quando ricevono troppe informazioni.
La domanda, quindi, è una sola: come si può fare ordine in questo rumore? Come si può ricostruire un percorso chiaro, lineare, efficace, che accompagni il cliente — non lo stanchi?
Google Cloud ha una risposta netta: l’intelligenza artificiale può essere la chiave, a patto che venga integrata in modo intelligente e flessibile all’interno delle strategie aziendali.
Non solo parole: strumenti concreti per creare, semplificare, accelerare
Alla Next ’25, il colosso di Mountain View ha presentato una serie di innovazioni che fanno esattamente questo. In particolare, l’integrazione del modello Lyria – uno strumento di conversione da testo a musica – nella piattaforma Vertex AI, rappresenta un salto in avanti nel campo dei contenuti generativi.
Immagina di poter creare una colonna sonora personalizzata per un video prodotto, una campagna pubblicitaria o un’esperienza in-store in pochi minuti, senza dover passare per il consueto iter di ricerca, licenza e adattamento. Questo significa più tempo per la strategia, meno tempo per la burocrazia creativa. Significa avere più controllo e meno frizione nei flussi di produzione.
Con Vertex AI, Google si posiziona come l’unica piattaforma capace di offrire modelli generativi per immagini, video, voce e musica in un unico ecosistema. Non è solo un traguardo tecnologico: è un vantaggio operativo reale per chi lavora in marketing.
Dalla sperimentazione all’adozione globale: i casi L’Oréal e Kraft Heinz
L’interesse non è solo teorico, infatti aziende globali come L’Oréal e Kraft Heinz stanno già utilizzando questi strumenti con risultati significativi.
Il Gruppo L’Oréal, ad esempio, ha adottato Veo per la generazione di video e Imagen per quella di immagini, con l’obiettivo di accelerare la produzione creativa in più di 20 paesi.
Questo non significa banalizzare la creatività, ma potenziarla: come ha dichiarato Thomas Ménard, responsabile dei centri IA del gruppo, “Questi modelli agiscono come partner creativi”. L’intelligenza artificiale, in questo caso, non sostituisce, ma amplifica.
Ancora più emblematico il caso di Kraft Heinz, che grazie alla piattaforma Tastemaker e agli strumenti Veo e Imagen, è riuscita a ridurre un flusso di lavoro creativo da otto settimane a sole otto ore. Un risultato che ridisegna completamente la percezione di cosa significhi “tempo” nel marketing moderno.
Dall’automazione alla fiducia: il nodo della customer experience
Ma se l’automazione e la generazione dei contenuti rappresentano la parte visibile del cambiamento, c’è un livello ancora più profondo in cui l’intelligenza artificiale può fare la differenza: la relazione con il cliente.
In un contesto dove l’eccesso di offerta genera confusione, la fiducia è diventata la valuta più preziosa. E, come ha sottolineato Tharp, se i consumatori si fidano di un brand, saranno più inclini a raccomandarlo e a tornarci.
L’IA può aiutare in questo, non solo suggerendo contenuti, ma personalizzando le esperienze in tempo reale, monitorando i comportamenti d’acquisto, prevedendo le esigenze, suggerendo il messaggio giusto al momento giusto.
Ecco dove le soluzioni AI di Google Cloud si distinguono: non offrono solo efficienza, ma capacità predittiva, una forma di intelligenza relazionale che trasforma l’interazione digitale in qualcosa di simile a un dialogo umano.
L’IA e il marketing una realtà già in divenire
Quello che emerge con forza dalla Next ’25 è che la trasformazione digitale del marketing è una realtà già in atto. Le tecnologie sono mature, i casi di successo sono concreti, i vantaggi competitivi tangibili.
Adesso i brand e le agenzie dovranno integrare questi strumenti senza perdere il controllo del messaggio e della visione. Non si tratta di sostituire le persone con le macchine, ma di liberare energie creative e strategiche, togliendo il peso delle operazioni ripetitive e valorizzando il pensiero umano.
In questo scenario, Google Cloud si propone non solo come fornitore di tecnologia, ma come partner di trasformazione. Un partner che offre gli strumenti, ma anche la visione per immaginare un modo nuovo — e più sostenibile — di fare marketing.
Perché in fondo, il vero obiettivo non è creare più contenuti, ma creare connessioni più autentiche. E l’intelligenza artificiale, se ben guidata, può essere l’alleato più prezioso per riuscirci.