Cos’è un contratto di franchising, come funziona e in cosa consiste?
Il mondo degli affari e del commercio è complesso e in continuo cambiamento, spesso influenzato da modelli e strategie che possono offrire opportunità di crescita e sviluppo.
Una di queste strategie è il franchising, una formula commerciale che negli ultimi anni ha riscosso un notevole successo e si è diffusa in moltissimi settori.
Ma cos’è esattamente un contratto di franchising? Come funziona e in cosa consiste?
Il contratto di franchising: definizione
Il contratto di franchising, noto anche come affiliazione commerciale, può essere definito come un accordo tra due soggetti indipendenti sia da un punto di vista economico che giuridico: il franchisor (o l’affiliante) e l’affiliato (o franchisee).
Questo contratto si basa su un sistema di collaborazione reciproca: da un lato, il franchisor concede all’affiliato l’uso di un marchio riconosciuto e gli fornisce supporto e formazione; dall’altro, l’affiliato si impegna a rispettare determinate regole e standard, pagando una quota o una percentuale delle vendite al franchisor.
Come funziona il contratto di franchising
Il franchising è un modello di business basato sulla riproduzione di un format di successo. In pratica, il franchisor, dopo aver sperimentato e consolidato la propria formula commerciale, decide di espandersi attraverso affiliati che, a loro volta, aprono nuovi punti vendita seguendo lo stesso modello.
Il franchisor offre all’affiliato non solo il diritto di utilizzare il marchio, ma anche un pacchetto completo che comprende formazione, supporto continuo, accesso a fornitori convenzionati, e molto altro. In cambio, l’affiliato paga una quota iniziale e, in molti casi, royalties sulle vendite o un canone periodico.
Cosa prevede la legge italiana
In Italia, la legge che regola il franchising è la Legge n. 129 del 6 maggio 2004, che ha introdotto una serie di norme per garantire trasparenza e chiarezza nei rapporti tra franchisor e affiliati.
Prima di tutto, la legge stabilisce che il franchisor deve aver sperimentato il suo modello di business sul mercato italiano, al fine di garantire che il concept sia valido e funzionante. Ciò significa che il franchisor deve aver operato direttamente o attraverso un affiliato per almeno due anni prima di poter iniziare a creare un franchising con il suo modello di business.
Una volta che si è avviato il franchising, la legge prevede che il franchisor fornisca all’aspirante affiliato una serie di informazioni almeno 30 giorni prima della firma del contratto.
Queste informazioni devono includere:
- Dettagli sull’azienda e sulla sua situazione finanziaria.
- Una descrizione del mercato e della posizione della rete di franchising all’interno di esso.
- L’ammontare degli investimenti, delle spese di ingresso e delle altre spese che l’affiliato dovrà sostenere.
- I dettagli sull’eventuale esclusività territoriale.
- Dettagli sulle condizioni di rinnovo, risoluzione e trasferimento del contratto di franchising.
- Forma del Contratto: La legge stabilisce che il contratto di franchising deve essere redatto per iscritto. Qualora ciò non avvenga, il contratto potrebbe essere considerato nullo.
Nel caso in cui il contratto di franchising sia stipulato a tempo determinato, deve avere una durata minima di tre anni, per consentire all’affiliato di ammortizzare l’investimento effettuato.
Infine, la legge stabilisce inoltre che il contratto di franchising deve specificare una serie di elementi, tra cui:
- I diritti e le obbligazioni delle parti.
- L’ammontare delle royalty o canoni da versare al franchisor.
- L’entità e le modalità di eventuali contributi pubblicitari.
- Le condizioni di rinnovo, risoluzione e trasferimento del contratto.
- La legge italiana sul franchising è stata concepita per proteggere sia i franchisor che gli affiliati, garantendo che entrambe le parti abbiano una chiara comprensione dei loro diritti e obbligazioni.
Inoltre, si intende assicurare che il franchising si svolga in un ambiente di lealtà e trasparenza, evitando pratiche ingannevoli o fuorvianti. La normativa, dunque, garantisce una solida base giuridica per lo sviluppo sano del sistema di franchising in Italia.
Tipologie di franchising
Il mondo del franchising è vasto e diversificato, con varie forme e modelli progettati per soddisfare le esigenze specifiche di mercati e settori differenti. Una delle categorie principali è il franchising di servizi. Questo tipo di franchising riguarda prevalentemente attività in cui l’elemento centrale è la prestazione di un servizio anziché la vendita di un prodotto fisico.
In questo modello, è spesso necessario che l’affiliato segua protocolli specifici nella prestazione dei servizi, garantendo la qualità e la coerenza in ogni sede. La formazione gioca un ruolo cruciale, con l’obiettivo di mantenere standard elevati e uniformi.
Esempi comuni di questo tipo di franchising includono saloni di bellezza, parrucchieri, centri di assistenza, e agenzie di viaggio.
La grande forza del franchising di servizi risiede nella sua capacità di offrire modelli di business già testati e consolidati. Inoltre, l’affiliato ha l’opportunità di operare sotto l’egida di un marchio già riconosciuto, il che può facilitare notevolmente la fidelizzazione della clientela.
Il franchising industriale rappresenta un altro pilastro fondamentale. Si tratta di un contratto tra due imprese, dove una concede licenze, brevetti, tecnologia e marchi all’altra.
In questo rapporto, l’affiliato, spesso un produttore, produce e commercializza il prodotto, seguendo le specifiche fornite dal franchisor.
Questo tipo di accordo può spesso comportare la trasferenza di know-how tecnico e tecnologico, con l’affiliante che fornisce anche supporto nella produzione e nella gestione della qualità.
Il grande vantaggio qui è la capacità di avviare rapidamente la produzione sfruttando la tecnologia e le licenze esistenti, riducendo così il tempo e i costi di avvio.
Infine, il franchising di distribuzione è incentrato sulla vendita di prodotti. L’affiliante fornisce al franchisee, o affiliato, il know-how su tecniche e metodi commerciali, oltre a un assortimento di prodotti per la vendita.
In questo modello, l’affiliato può beneficiare dell’acquisto di prodotti a costi più bassi grazie agli accordi di volume e può anche sfruttare un marchio riconosciuto per attirare e fidelizzare i clienti. Questo tipo di franchising è comune nei settori dell’abbigliamento, dell’elettronica e dell’alimentari, per citarne solo alcuni.
In ogni forma di franchising, ci sono sia vantaggi sia alcune sfide, ma l’opportunità di operare con un modello di business collaudato e di beneficiare del supporto di un franchisor esperto può rappresentare un enorme vantaggio competitivo sul mercato.
Conclusione
Il franchising è una formula commerciale che offre molte opportunità sia per chi ha un brand consolidato e vuole espandersi, sia per chi desidera avviare una nuova attività con il supporto e l’esperienza di un marchio affermato.
Tuttavia, come ogni impegno contrattuale, richiede una profonda conoscenza delle clausole e delle responsabilità da entrambe le parti.
Pertanto, prima di avviare un’attività in franchising o offrire il proprio marchio in affiliazione, è fondamentale essere ben informati e, possibilmente, consultare un esperto legale nel settore.